Una passeggiata nel borgo storico di Sermoneta alla ricerca dei numerosi simboli  IHS, che si trovano incisi sugli stipiti o sui portali delle abitazioni.

Una passeggiata nel borgo storico di Sermoneta alla ricerca dei numerosi simboli  IHS, che si trovano incisi sugli stipiti o sui portali delle abitazioni.

IHS (o JHS) è la trascrizione latina dell’abbreviazione del nome greco di Gesù (ΙΗΣΟΥΣ) quale si trova in manoscritti greci e in iscrizioni. La lettura di H (η) come h, diede origine all’errata interpretazione come sigla di Iesus Hominum Salvator.

Si diffuse, in particolar modo in Italia e in Spagna, dal XIV sec. in poi e soprattutto alla metà del XV sec., per opera di San Bernardino da  Siena  e dei suoi seguaci che, a simbolo della particolare devozione al nome di Gesù, l’adottarono come emblema.

Fu papa Martino V che ordinò l’aggiunta di una croce sopra il trattino trasversale della H maiuscola ed un trattino orizzontale sull’astina della h minuscola (proprio a formare una croce).

Inoltre, il sole centrale allude a Cristo che dà la vita come fa il sole e suggerisce l’idea dell’irradiarsi della carità. I dodici raggi serpeggianti alludono ai dodici Apostoli mentre gli altri otto raggi diretti rappresentano le beatitudini. Il cerchio rappresenta la felicità dei beati che non ha fine. La croce evoca la passione di Cristo, il suo nome indica ogni aspetto della sua vita. Ignazio di Loyola adottò questo cristogramma come emblema della Compagnia del Gesù.

La diffusione del trigramma, IHS, a Sermoneta è sicuramente da far coincidere con una data importantissima il 29 novembre 1580. Data questa dell’istituzione della Confraternita del Nome di Gesù, voluta da Beatrice Caetani. Di  IHS se ne possono ammirare una discreta quantità, in materiali diversi e sotto forme diverse passeggiando appunto tra i vicoli di Sermoneta (come in corso Garibaldi, via Siciolante, via della Valle, zona Castello, zona sotto la Loggia dei mercanti, via Pantanelli e tante altre).

E’  molto facile  trovarli sulle pareti dei muri perimetrali delle abitazioni, avvolte graffiti sui portali. Ma quello che noi vogliamo inserire come punto di partenza e di collegamento con la confraternita è l’affresco dell’Ultima Cena presente  all’interno del refettorio dell’Eremo di San Francesco a Sermoneta.

Inoltre la presenza di San Bernardino che appunto sorregge l’IHS, solitamente suo attributo iconografico, può essere ricondotto all’ipotesi secondo la quale il santo venne in visita all’Eremo nel 1420.

Bisogna partire da questo IHS per iniziare la nostra ricerca all’interno del centro storico. Inoltre, l’IHS dell’affresco ha fatto con molta probabilità da matrice iconografica per la raffigurazione  degli altri.

Si può supporre che le abitazioni segnate da questo simbolo appartenevano a membri della confraternita e probabilmente in alcuni casi tracciavano un percorso processionale.

In corso Garibaldi, proprio prima di arrivare in piazza,  si può vedere un IHS sul paramento murario di una casa.

 

Mentre in via Siciolante ve n’è un altro, in cotto. Ancora ritroviamo questi simboli incisi sui portali di abitazioni nei pressi del Castello. Incisi sui portali in  alcune abitazioni in via della Valle. Inciso nello stipite interno di un locale sotto la Loggia dei Mercanti. Sul portale di una abitazione del Rione Vecchio.

 

 

In una nicchia, posta in alto, subito dopo Porta Annibaldi. Ne troviamo un altro esemplare in via Pantanelli .

 

 

 

 

L’esemplare di via Pantanelli (non in foto) presenta al di sotto una iscrizione marmorea, probabilmente non coeva, con una particolarissima croce. In cui il braccio verticale della croce latina è estremamente allungata come a voler sottolineare che infissa al suolo rappresenta la fede radicata in profondità, mentre la parte superiore rappresenta la speranza rivolta al divino. Il braccio orizzontale allude alla carità che viene estesa anche al nemico. Inoltre, si possono vedere le braccia e le gambe di una figura umana che alludono al Cristo e al suo sacrificio.

Mentre questo esemplare Quattrocentesco si trova sul portale d’ingresso di un’abitazione in Via Marconi. Presenta la scritta yhs in corsivo, in cui al posto della lettera I troviamo la lettera y .

Inoltre sull’astina della lettera h minuscola è stato aggiunto un trattino orizzontale in modo da formare una croce. E’ scolpito su questa specie di pergamena srotolata e aperta, in pietra. Sotto troviamo un elemento decorativo a ventaglio.

Ho volutamente lasciato per ultimo l’esemplare che ritengo sia il più antico e che, quindi, non deriva iconograficamente dall’affresco dell’eremo ( non  rientra così nemmeno in quelli cinquecenteschi che abbiamo visto collegati alla Confraternita del Nome di Gesù ). Questo elemento decorativo a ventaglio lo ritroviamo anche al di sotto degli altri IHS e forse ha fatto da fonte iconografica, ma, solo per questo particolare.

L’Archeoclub di Sermoneta ha allestito ben due mostre fornendo una sorta di mappatura dei simboli IHS e non solo presenti all’interno del centro storico di Sermoneta.

– Mostra “Simboli templari Medioevali e Rinascimentali a Sermoneta” (2011) a Palazzo Caetani, con convegno a cura di Sonia Testa e visita guidata per Sermoneta per mostrare i simboli – Prima edizione
– Mostra “Simboli templari Medioevali e Rinascimentali a Sermoneta” (2012) – Seconda edizione presso l’Abbazia di Valvisciolo

Qui di seguito potete trovare i link degli articoli di alcune testate giornalistiche che ne parlano:

https://www.radioluna.it/news/2012/03/sermoneta-simboli-templari-mostra-allabbazia-di-valvisciolo/

https://www.affaritaliani.it/roma/la-vita-dei-templari-nella-simbologia-una-mostra-a-sermoneta-27-03-2012.html?refresh_cens

Bibliografia essenziale:

-Sonia Testa, Simboli templari, medievali, Rinascimentali a Sermoneta, Edizione l’Espresso, Roma, 2012

 


Pubblicato da conoscerepertutelare

L’accesa passione per la ricerca, per la storia, per l’andare a fondo su determinati temi e l’amore per la sua città ha influenzato fino ad ora le numerose pubblicazioni della scrittrice Sonia Testa. In effetti, la ricostruzione di cicli pittorici, attraverso solerti e tenaci indagini d’archivio è per la studiosa una vera e propria vocazione. Dalla sua costanza e curiosità sono scaturite notizie importanti e soprattutto inedite, che hanno contribuito a fare luce su questioni irrisolte da anni. Studi che hanno ad esempio contribuito a dare una paternità legittima ad alcune opere erroneamente attribuite ad autori che non potevano materialmente (perché già scomparsi) averle eseguite. Hanno dato datazioni corrette a opere che per anni erano state datate erroneamente. Hanno dato letture corrette ad affreschi che nessuno prima aveva letto accuratamente. Hanno anche contribuito a tracciare biografie di artisti poco noti al pubblico. Per, Sonia Testa, lo studio e la ricerca sono sempre stati due perni importanti nella propria vita e per questo è stata spesso definita da alcuni “topo d’archivio”. Inoltre i suoi studi sono sempre stati corredati dalla divulgazione delle scoperte fatte in un linguaggio semplice, schietto, chiaro, privo di termini obsoleti e desueti. Ma con toni frizzanti e rivolti soprattutto a fare conoscere. Perché uno degli scopi primari di queste pubblicazioni è proprio quello di far scoprire il patrimonio storico artistico di Sermoneta affinché possa essere protetto, valorizzato e tutelato. Lo slogan abbracciato dalla studiosa da diversi anni è proprio questo: conoscere per tutelare!