Tabernacolo ligneo dell’Abbazia di Valvisciolo donato da Pio IX

Tabernacolo ligneo

dell’Abbazia di Valvisciolo donato da Pio IX (1863-1865)

 

L’Abbazia di Valvisciolo, situata nel cuore della campagna laziale, nel Comune di Sermoneta, provincia di Latina, racchiude una storia millenaria che affascina e sorprende. Ma non solo: al suo interno si trova un tabernacolo di rara bellezza artistica, che merita di essere ammirato e studiato nel dettaglio.

Ancora più sorprendente è il fatto che questo tabernacolo sia simile a quello presente nel Vaticano, rendendolo una vera rarità da scoprire.

La storia millenaria dell’Abbazia di Valvisciolo

La storia millenaria dell’Abbazia di Valvisciolo affonda le sue radici nel lontano passato, risalendo al XII secolo. L’abbazia ha attraversato numerosi eventi storici che ne hanno segnato il destino. Durante il pontificato di Pio IX, l’abbazia subì un importante restauro. Nonostante i periodi di decadenza e abbandono, l’abbazia è riuscita a preservare la sua bellezza e spiritualità, diventando un luogo di grande interesse per i visitatori che desiderano immergersi nella storia e nell’atmosfera mistica di questo antico monastero.

Il tabernacolo di Valvisciolo: un gioiello artistico da ammirare

Il tabernacolo di Valvisciolo è un gioiello artistico da ammirare all’interno della chiesa abbaziale. Di straordinaria bellezza e valore storico. Realizzato in legno intagliato e dorato, il tabernacolo presenta dettagli intricati e una lavorazione artigianale impeccabile. Le sue dimensioni e la ricchezza dei suoi ornamenti lo rendono un capolavoro unico nel suo genere. Ogni particolare, dai rilievi floreali alle figure sacre, riflette la maestria di chi l’ha creato. Ammirare questo tabernacolo è come fare un tuffo nel passato e apprezzare l’abilità artistica di tempi lontani.

INIziale collocazione

Il tabernacolo ligneo era inizialmente collocato sull’altare principale della chiesa abbaziale. Fu successivamente, dopo i restauri degli anni 1995-1997, spostato all’interno della Cappella Caetani (Cappella di San Lorenzo) e posto sull’altare ove è tuttora.

A cosa serve il Tabernacolo

Stiamo parlando di un accessorio e arredo liturgico  fondamentale e che non può assolutamente mancare all’interno di un edificio ecclesiastico. In latino viene detto tabernaculum e tale parola è stata utilizzata nella Vulgata  per tradurre la parola ebraica: מִשְׁכָּן mishkàn, che significa dimora, è il luogo della casa di Dio presso gli uomini. Il tabernacolo è una struttura sacra utilizzata per conservare l’Eucaristia e rappresenta uno degli esempi più significativi di arte religiosa. La sua somiglianza con il tabernacolo presente nella Basilica di San Pietro in Vaticano lo rende ancora più speciale e unico.

 

 

DECORAZIONE

Presenta una ricca decorazione in stile barocco, caratterizzata da linee sinuose e ornamenti elaborati. Riprende, con proporzioni diverse, come già detto, il capolavoro monumentale consiederato il manifesto dell’arte barocca.

La maestria degli artisti che lo hanno creato è evidente nella cura dei dettagli e nell’eleganza delle forme.

Il tabernacolo ligneo di Valvisciolo è un esempio sublime della committenza di Papa Pio IX che durante i suoi viaggi lasciò doni importanti in qualsiasi chiesa o abbazia in cui si recò e questo piccolo gioiello continua a incantare i visitatori con la sua bellezza senza tempo e con i suoi dettagli. Anche se non tutti lo sanno apprezzare!

Le colonne tortili  presentano decorazioni in oro di motivi fitomorfi e sono sormontate da capitelli compositi, con le foglie d’acanto.

Alla base di ognuna vi è ripetuto lo stemma del pontefice sulle quattro facce del quadrato.

Queste quattro colonne sono inoltre collegate da una frangia a festoni che sembra una vera stoffa. La parte superiore presenta una magnifica voluta “a dorso di delfino”. Il baldacchino era sormontato da quattro statue d’angeli (vedi foto) agli angoli e da alcuni putti che sorreggevano dei festoni e dei canestri (vedi foto).  Tutte le sculture lignee erano impreziosite cromaticamente con dorature. Va sottolineato il fatto che attualmente non sono più visibili perchè sono state rimosse e non se ne conoscono i motivi di tale scelta (periodo 1995-97).

Sulla cima della composizione svetta il globo con la croce.

SONIA TESTA

Pubblicato da conoscerepertutelare

L’accesa passione per la ricerca, per la storia, per l’andare a fondo su determinati temi e l’amore per la sua città ha influenzato fino ad ora le numerose pubblicazioni della scrittrice Sonia Testa. In effetti, la ricostruzione di cicli pittorici, attraverso solerti e tenaci indagini d’archivio è per la studiosa una vera e propria vocazione. Dalla sua costanza e curiosità sono scaturite notizie importanti e soprattutto inedite, che hanno contribuito a fare luce su questioni irrisolte da anni. Studi che hanno ad esempio contribuito a dare una paternità legittima ad alcune opere erroneamente attribuite ad autori che non potevano materialmente (perché già scomparsi) averle eseguite. Hanno dato datazioni corrette a opere che per anni erano state datate erroneamente. Hanno dato letture corrette ad affreschi che nessuno prima aveva letto accuratamente. Hanno anche contribuito a tracciare biografie di artisti poco noti al pubblico. Per, Sonia Testa, lo studio e la ricerca sono sempre stati due perni importanti nella propria vita e per questo è stata spesso definita da alcuni “topo d’archivio”. Inoltre i suoi studi sono sempre stati corredati dalla divulgazione delle scoperte fatte in un linguaggio semplice, schietto, chiaro, privo di termini obsoleti e desueti. Ma con toni frizzanti e rivolti soprattutto a fare conoscere. Perché uno degli scopi primari di queste pubblicazioni è proprio quello di far scoprire il patrimonio storico artistico di Sermoneta affinché possa essere protetto, valorizzato e tutelato. Lo slogan abbracciato dalla studiosa da diversi anni è proprio questo: conoscere per tutelare!