GIOVAN DOMENICO FIORENTINI: Un pittore sermonetano tra l’ultimo Barocchetto romano e il neoclassico

GIOVAN DOMENICO FIORENTINI:

Un pittore sermonetano tra l’ultimo Barocchetto romano e il neoclassico

 

Questo articolo esplorerà la vita e l’opera di Giovan Domenico Fiorentini, un rinomato pittore del Settecento. Inoltre, analizzerà l’eredità artistica lasciata da Fiorentini a Sermoneta, un piccolo borgo italiano con una ricca tradizione artistica. Infine, verranno presentati i capolavori della pittura settecentesca presenti a Sermoneta, che testimoniano l’importanza di questo borgo lepino nell’ambito artistico.

La vita di Gian Domenico Fiorentini

Giovan Domenico Fiorentini fu un altro talentuoso pennello che ebbe i natali a Sermoneta, anche se per lo più fu ignorato dagli addetti ai lavori e che nonostante tutto a Roma ottenne una certa risonanza presso i suoi contemporanei.

Infatti in un articolo viene riportato: “ Ha ragione a gloriarsi Sermoneta di avere dato a Roma nel secolo decimo quinto Girolamo Siciolante … nel decimo ottavo un Cavallucci e nel presente un Fiorentini che nelle sue opere fa ammirare quieta e perfettissima armonia, vaghezza priva di debolezza, forza ma senza oscurità, velocità inarrivabile” (Chracas, 14 settembre 1805 in A. Negro, Sermoneta e i Caetani, l’Erma di Breteschneider, p.361)

Il pittore nacque nel castrum lepino il 4 novembre 1747 da Alessandro Fiorentini e Anna Camilla Della Valle. Nulla si conosce sulla sua iniziale formazione che dovette svolgersi nel luogo di origine, in cui la famiglia materna aveva una certa rilevanza sociale.

Il pittore è documentato a Roma nel 1768 e tre anni dopo sposerà Maddalena Lanciani.

Gli studiosi non conoscono ancora chi sia stato l’elemento trainante per il suo esordio nell’Urbe ma si ipotizza una committenza legata in qualche modo alla corte papale. Il suo primo importante intervento fu la decorazione del Collegio Germanico Ungarico con la realizzazione di sei soffitti affrescati. Due di questi sono anche firmati dal pittore: “ Dominicus Fiorentinus Sermonetanus inv. et pin.” Stilisticamente questi affreschi sono molto affini alla tela con il Beato Tommaso da Cori firmata e datata 1786.

Al decennio successivo appartengono la sovrapporta raffigurante Apollo, nella camera da letto d’estate in palazzo Altieri (1792), e il quadro con SFrancesco e SBonaventura (1796), posto sull’altare della terza cappella a destra nella chiesa romana di S. Bartolomeo all’Isola.

Sono state attribuite al Fiorentini anche le due tele laterali della stessa cappella, S. Francesco riceve le stimmate Morte di SFrancesco.

Secondo A. Negro il pittore era già anziano nella compagine degli artisti militanti alle soglie del 1790 e il carattere seduttivo e disimpegnato dell’ultimo barocchetto romano di Stefano Pozzi doveva apparire alla sua natura di provinciale assai più semplice da seguire che non il nuovo linguaggio, ancorato ai valori morali e figurativi desunti dall’antico. Sicuramente gli furono da stimolo anche artisti come il Lapis, il Conca, il Corvi.

Sia nel carnevale del 1803 che in quello del 1804 il Fiorentini si occupò della realizzazione delle “macchine” per l’esposizione del Ss. Sacramento per conto dell’oratorio della Ss. Comunione generale (il pittore era uno dei fratelli della Congregazione). Nello stesso anno il Fiorentini compì un intervento di restauro su tre riquadri del tabernacolo del ciborio di S. Giovanni in Laterano: si tratta dei dipinti raffiguranti la Crocifissione affiancata da quattro santi.

 

L’eredità artistica di Fiorentini a Sermoneta

L’eredità artistica di Giovan Domenico Fiorentini a Sermoneta si manifesta attraverso la presenza di diverse opere che testimoniano la sua maestria nel campo della pittura del Settecento. Fiorentini, artista di talento originario di Sermoneta, ha lasciato un’impronta indelebile nella sua città natale.

 

Le sue opere sono esposte in importanti luoghi pubblici e privati di Sermoneta, come la chiesa di San Michele Arcangelo, il Palazzo Caetani e l’Oratorio dei Battenti (oggi museo diocesano). Grazie alla sua eredità artistica, Sermoneta può vantare una collezione unica di dipinti settecenteschi che rappresentano un patrimonio culturale di inestimabile valore.

 

Come già accennato a lui si deve la gran parte della decorazione dell’Oratorio dei Battenti presso la Chiesa di Santa Maria Assunta in cielo a Sermoneta. Nella figura di San Carlo Borromeo vi si legge la firma “Fiorentinus”.

Opere come  La Madonna del Rosario con i santi Giuseppe, Francesco, Gerolamo, Domenico e Caterina, proveniente dalla Chiesa di San Michele Arcangelo (nella cappella Bucci) e ora conservata presso il museo diocesano, di Giovan Domenico Fiorentini catturano l’attenzione dei visitatori con la loro bellezza . Questo dipinto, insieme ad altre opere di Fiorentini presenti a Sermoneta, testimonia l’influenza e l’eredità artistica lasciata dall’artista nella città.  Sempre all’interno della stessa chiesa vi è un quadro raffigurante la Crocifissione datato 1799. 

 

Nella Chiesa di San Nicola a Bassiano, nella navatella sinistra vi è una grande tela di Domenico Fiorentini, La circoncisione di Gesù, del 1784 firmata e datata dall’artista nell’angolo inferiore a sinistra

Nel 1809 partecipa con tre quadri all’esposizione – concorso in Campidoglio che sarà un’ importante vetrina per cercare di ottenere la decorazione napoleonica del Quirinale (dominazione napoleonica 1809-1812).

L’artista in più occasioni chiese di essere nominato accademico presso l’Accademia di San Luca, proprio in virtù del successo ottenuto con i numerosi lavori svolti, ma tale richiesta non venne mai accolta.

L’ultima sua opera nota è un’ Addolorata nella chiesa di San Nicola a Bassiano, firmata e datata 1811.

Morì a Roma il 26 aprile 1820.

I capolavori della pittura settecentesca a Sermoneta ci invitano a riflettere sul potere duraturo dell’arte nel trasmettere emozioni e narrazioni che resistono al passare del tempo.

Pubblicato da conoscerepertutelare

L’accesa passione per la ricerca, per la storia, per l’andare a fondo su determinati temi e l’amore per la sua città ha influenzato fino ad ora le numerose pubblicazioni della scrittrice Sonia Testa. In effetti, la ricostruzione di cicli pittorici, attraverso solerti e tenaci indagini d’archivio è per la studiosa una vera e propria vocazione. Dalla sua costanza e curiosità sono scaturite notizie importanti e soprattutto inedite, che hanno contribuito a fare luce su questioni irrisolte da anni. Studi che hanno ad esempio contribuito a dare una paternità legittima ad alcune opere erroneamente attribuite ad autori che non potevano materialmente (perché già scomparsi) averle eseguite. Hanno dato datazioni corrette a opere che per anni erano state datate erroneamente. Hanno dato letture corrette ad affreschi che nessuno prima aveva letto accuratamente. Hanno anche contribuito a tracciare biografie di artisti poco noti al pubblico. Per, Sonia Testa, lo studio e la ricerca sono sempre stati due perni importanti nella propria vita e per questo è stata spesso definita da alcuni “topo d’archivio”. Inoltre i suoi studi sono sempre stati corredati dalla divulgazione delle scoperte fatte in un linguaggio semplice, schietto, chiaro, privo di termini obsoleti e desueti. Ma con toni frizzanti e rivolti soprattutto a fare conoscere. Perché uno degli scopi primari di queste pubblicazioni è proprio quello di far scoprire il patrimonio storico artistico di Sermoneta affinché possa essere protetto, valorizzato e tutelato. Lo slogan abbracciato dalla studiosa da diversi anni è proprio questo: conoscere per tutelare!