Plautilla Bricci pittrice e architettrice nella Roma del Seicento

Plautilla Bricci pittrice e architettrice nella Roma del Seicento

 

Una mostra che sicuramente non perderò allestita a Roma nella Galleria Corsini (dal 5 novembre 2021 al 19 aprile 2022) . IL titolo della mostra suscita già interesse: Una rivoluzione silenziosa. Plautilla Bricci pittrice e architettrice, la prima personale dedicata alla pittrice e architetta Plautilla Bricci (Roma, 1616 – post 1690). E’ forse l’unico architetto donna dell’Europa preindustriale di cui si hanno notizie. Filippo Baldinucci (Notizie dei Professori del Disegno da Cimabue in qua, Firenze, S.P.E.S., 1975, VII volumi, 1681-1728) alla fine del Seicento così la definisce: pel valore nell’arte della pittura e architettura”.

Figura un po’ in ombra nella Roma berniniana si formò, assieme al fratello Basilio, nella bottega del padre Giovanni che fu allievo di Federico Zuccari e del Cavalier D’Arpino.

 

Fu proprio Giovanni ad offrire ai suoi figli la prima rete di contatti e committenze.

Molto bella la Madonna col Bambino (Icona miracolosa della Vergine del Carmelo), 1635 1640 circa olio su tela, Roma, Santa Maria in Montesanto, in piazza del Popolo e nota come la chiesa degli Artisti.  In quest’opera  sul retro vi è la firma dell’artista giovinetta assieme a una relazione che ci informa di un evento prodigioso.  Si legge infatti che Plautilla abbia avuto qualche difficoltà nell’ombreggiare il volto di Maria e, a un certo punto, abbia deciso di deporre il pennello e riposare. Al suo risveglio trovò il volto della Vergine rifinito alla perfezione.  Plautilla era mossa da una devozione autentica e il suo esordio legato a un evento così miracoloso le garantì una certa clientela nella produzione in serie di immagini devozionali di sante vergini e martiri. L’immagine descritta sopra nel 1659 fu coronata dal Capitolo di San Pietro.

Nonostante le scarse fonti sappiamo che Plautilla fu ammessa anche all’Accademia di San Luca. Nei primi anni Quaranta Plautilla lavorò per Antonio degli Effetti che la cita, insieme ad altri artisti, nel Discorso sullo Studiolo di pittura nella Galleria della Ricchezza. Per il palazzo romano del famoso umanista  inserito nella corte dei Barberini. Successivamente, il 15 novembre 1644, nei registri di estimo del cardinale Francesco Barberini senior è documentato un pagamento di trenta scudi per un San Francesco e l’Angelo e per una Natura morta con fiori.

A queste opere si aggiungono poi la particolare lunetta  destinata a un altare di San Giovanni in Laterano che rappresenta Un angelo che offre il cuore di Gesù  all’Eterno, tempera su tela, 1669-74, attualmente conservata nella Città del Vaticano, Deposito dei Musei Vaticani. Plautilla la firma con orgoglio: «Plaut.a Briccia Rom.a Invenit». Il dipinto rappresenta quindi un angelo che offre il Cuore di Gesù con la corona di spine all’Eterno Padre. Questo ha uno scettro nella sua mano sinistra, circondato da angeli di cui uno tiene in mano il globo, e un altro il libro con l’Alfa e l’Omega. Una iconografia nuova e d’invenzione dell’artista. In occasione del giubileo del 1675, la Compagnia o Società della Misericordia di Poggio Mirteto incarica «la Signora Plautilla Briccia Pittrice» della realizzazione dello stendardo processionale della chiesa di San Giovanni Battista, per il quale fu pagata 100 scudi. La tela raffigura la Nascita del Battista nel verso e la Decollazione del Battista nel recto.

 

Interessante anche la “Madonna del Rosario con i santi Domenico e Liborio” ,olio su tela, 1683-87 circa, Poggio Mirteto, collegiata di Santa Maria Assunta.

Nel 1662-1663 ebbero inizio i lavori di un’altra sua opera, la Villa Benedetta, fuori Porta San Pancrazio, detta “il Vascello”, distrutta dalle truppe francesi di Napoleone III, che ripristinavano lo status quo dopo i moti della Repubblica Romana, nel 1849. A quel cantiere avevano preso parte artisti del calibro di Bernini, Cortona e Grimaldi, ma era stata proprio Plautilla a dirigerne le maestranze. Un fatto eclatante e  rivoluzionario reso possibile dall’incontro con un illuminato mecenate, pronto a offrirle costante protezione. Villa che dominava «tutta la campagna fino al mare […] havendo anco per oggetto di prospettiva il palazzo Vaticano», e fu «edificata a similitudine d’un vascello sopra uno scoglio», anzi aveva addirittura la «forma di un gran vascello da guerra, di cui rappresenta perfettamente tutte le parti esterne che non vi mancano che gli alberi e le vele». Secondo il Cartari, la prima pietra fu posta nel 1663, data  cui farebbe fede l’iscrizione di una lamina di piombo collocata nelle fondamenta (nella foto il  prospetto autografo di Plautilla Bricci per la villa del Vascello distrutta).

Decisivo fu così il profondo rapporto di amicizia, secondo il D’Armailhacq, con suor Maria Eufrasia della Croce, sorella dell’abate Elpidio Benedetti.

L’abate Benedetti, servitore prima del cardinale Giulio Mazzarino e poi di Jean-Baptiste Colbert nelle funzioni di agente di Luigi XIV, una figura chiave quindi  nel fervido dialogo politico e artistico tra Roma e Parigi.

Chiude l’esposizione un prestito eccezionale: il quadro d’altare raffigurante San Luigi IX di Francia tra la Storia e la Fede dipinto da Plautilla per la cappella di San Luigi (1676-1680) nella chiesa dei Francesi, interamente progettata dall’architettrice per l’abate Benedetti, accanto alla cappella Contarelli con opere di Caravaggio.

Sorprende, secondo la Lollobrigida, la scelta di affidare a Plautilla e quindi ad una donna, un lavoro fondamentale per la nuova politica filopapale della Francia può giustificarsi anche  con l’intervento della sovrana Anna d’Austria, benefattrice e sostenitrice di artiste e della creatività femminile. Desiderosa di continuare nella chiesa romana l’opera di matronato iniziata e promossa da Maria de’ Medici al momento della costruzione della stessa chiesa.

Un’altra opera, in collaborazione con il fratello, le viene attribuita da E. Bernich: la sistemazione del palazzo Testa-Piccolomini a Montecavallo  effettuata presumibilmente dopo il 1670.

Discussa è la notizia riportata da alcuni che Plautilla avesse preso il velo. Il D’Armailhacq afferma che concluse la sua vita in un convento come riferito anche dallo Zani che forse deve aver confuso, secondo alcuni, Plautilla Bricci con Plautilla Nelli, monaca e pittrice, attiva a Firenze tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo. Mentre secondo Consuelo Lollobrigida risalirebbe al 1692 la morte del fratello Basilio e Plautilla ormai molto anziana, che non si era mai sposata, entrò nel Monastero di Santa Margherita a Trastevere, dove morì il 13 dicembre 1705. Il Libro dei Morti la annota come “Plautilla Signora Romana”.

 

Bibliografia essenziale

  • Consuelo Lollobrigida, Plautilla Bricci. Pictura et Architectura Celebris. L’Architettrice del Barocco Romano, Gangemi, 2017 la prima monografia dedicata all’artista..
  • Melania G. Mazzucco, L’architettrice, Torino, Einaudi, 2019.
  • Una rivoluzione silenziosa. Plautilla Bricci pittrice e architettrice, catalogo della mostra, a cura di Yuri Primarosa, Roma, Officina Libraria, 2021.

https://www.soniatestaguidagae.com/

Pubblicato da conoscerepertutelare

L’accesa passione per la ricerca, per la storia, per l’andare a fondo su determinati temi e l’amore per la sua città ha influenzato fino ad ora le numerose pubblicazioni della scrittrice Sonia Testa. In effetti, la ricostruzione di cicli pittorici, attraverso solerti e tenaci indagini d’archivio è per la studiosa una vera e propria vocazione. Dalla sua costanza e curiosità sono scaturite notizie importanti e soprattutto inedite, che hanno contribuito a fare luce su questioni irrisolte da anni. Studi che hanno ad esempio contribuito a dare una paternità legittima ad alcune opere erroneamente attribuite ad autori che non potevano materialmente (perché già scomparsi) averle eseguite. Hanno dato datazioni corrette a opere che per anni erano state datate erroneamente. Hanno dato letture corrette ad affreschi che nessuno prima aveva letto accuratamente. Hanno anche contribuito a tracciare biografie di artisti poco noti al pubblico. Per, Sonia Testa, lo studio e la ricerca sono sempre stati due perni importanti nella propria vita e per questo è stata spesso definita da alcuni “topo d’archivio”. Inoltre i suoi studi sono sempre stati corredati dalla divulgazione delle scoperte fatte in un linguaggio semplice, schietto, chiaro, privo di termini obsoleti e desueti. Ma con toni frizzanti e rivolti soprattutto a fare conoscere. Perché uno degli scopi primari di queste pubblicazioni è proprio quello di far scoprire il patrimonio storico artistico di Sermoneta affinché possa essere protetto, valorizzato e tutelato. Lo slogan abbracciato dalla studiosa da diversi anni è proprio questo: conoscere per tutelare!

Una risposta a “Plautilla Bricci pittrice e architettrice nella Roma del Seicento”

  1. Veramente molto interessante, non conoscevo dell’esistenza di una donna architetto nell’epoca dello straordinario Bernini. La mostra sarà sicuramente una ottima opportunità per conoscerla meglio. Grazie e complimenti.

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