La Via Crucis dell’artista Alessandro Mochetti (1760-1812) incisioni ad acquaforte appartenenti al Fondo Storico dell’Abbazia di Valvisciolo

La Via Crucis dell’artista Alessandro Mochetti (1760-1812) incisioni ad acquaforte appartenenti al Fondo Storico dell’Abbazia di Valvisciolo

Anche quest’anno, sotto il tempo di Quaresima, in prossimità della Pasqua abbiamo deciso di riproporre la mostra sulla Via Crucis,  Via della Croce o Via Dolorosa. Infatti attraverso le incisioni ad acquaforte dell’artista Alessandro Mochetti, all’interno della Sala del Capitolo, si ripercorrono tutte le quattordici stazioni della Passione di Cristo, del suo doloroso percorso verso il Golgota.

La Via Crucis rappresenta per il cristiano un momento di preghiera, di riflessione e di penitenza. Quindi un tempo questo per meditare sul peso dei nostri peccati. Ma è anche un tempo per vedere la Misericordia di Dio che come dice papa Francesco: << (Dio) non ci tratta secondo i  nostri peccati ma secondo la sua misericordia…ricordiamo tutte le persone abbandonate sotto il peso della Croce affinchè trovino nella prova della Croce la forza della Speranza, della Risurrezione e dell’Amore di Dio>>.

Le stazioni della Via Crucis esposte nella sala del Capitolo fanno parte del Fondo Storico dell’Abbazia di Valvisciolo e prima dei restauri (1995-1997) erano collocate all’interno della chiesa.

 

interno chiesa navata centrale Con molta probabilità furono donate ai monaci cistercensi dal pontefice Pio IX, che venne in visita all’abbazia nel 1865 e portò diversi oggetti di varia natura come quadri, paliotti musivi, paramenti sacri, oggetti liturgici, ecc…

 

 

 

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Pubblicato da conoscerepertutelare

L’accesa passione per la ricerca, per la storia, per l’andare a fondo su determinati temi e l’amore per la sua città ha influenzato fino ad ora le numerose pubblicazioni della scrittrice Sonia Testa. In effetti, la ricostruzione di cicli pittorici, attraverso solerti e tenaci indagini d’archivio è per la studiosa una vera e propria vocazione. Dalla sua costanza e curiosità sono scaturite notizie importanti e soprattutto inedite, che hanno contribuito a fare luce su questioni irrisolte da anni. Studi che hanno ad esempio contribuito a dare una paternità legittima ad alcune opere erroneamente attribuite ad autori che non potevano materialmente (perché già scomparsi) averle eseguite. Hanno dato datazioni corrette a opere che per anni erano state datate erroneamente. Hanno dato letture corrette ad affreschi che nessuno prima aveva letto accuratamente. Hanno anche contribuito a tracciare biografie di artisti poco noti al pubblico. Per, Sonia Testa, lo studio e la ricerca sono sempre stati due perni importanti nella propria vita e per questo è stata spesso definita da alcuni “topo d’archivio”. Inoltre i suoi studi sono sempre stati corredati dalla divulgazione delle scoperte fatte in un linguaggio semplice, schietto, chiaro, privo di termini obsoleti e desueti. Ma con toni frizzanti e rivolti soprattutto a fare conoscere. Perché uno degli scopi primari di queste pubblicazioni è proprio quello di far scoprire il patrimonio storico artistico di Sermoneta affinché possa essere protetto, valorizzato e tutelato. Lo slogan abbracciato dalla studiosa da diversi anni è proprio questo: conoscere per tutelare!