Il più antico ritratto di San Francesco, pellegrino di eccezione all’interno del Sacro Speco di Subiaco

Il più antico ritratto di San Francesco, pellegrino di eccezione  all’interno del Sacro Speco di Subiaco.

Il Monastero di San Benedetto conosciuto anche come Sacro Speco di Subiaco è uno dei più suggestivi luoghi spirituali.

Appare incastonato come una gemma nella parete rocciosa del Monte Taleo ed ha il compito di custodire la grotta in cui il giovane Benedetto da Norcia trascorse un periodo di vita eremitica, prima di dedicarsi alla vita cenobitica.

Oggi come allora, il Sacro Speco pone il visitatore a cospetto dell’intensa e coraggiosa scelta spirituale del giovane Benedetto con il distacco alla mondanità. Attraverso il periodo di solitudine trascorso in questo luogo aspro, Benedetto poté maturare quel carisma che in pochi anni lo portarono a fondare le prime comunità monastiche lungo la valle del fiume Aniene.

Il Monastero si compone di due chiese sovrapposte e di molteplici cappelline che seguono l’andamento della parete rocciosa a cui la struttura è addossata. E’ un contenitore pieno di importanti opere d’arte e sorprende trovare uno dei ritratti più antichi di San Francesco, pellegrino d’eccezione che raggiunse Subiaco nel 1223 al seguito del Cardinale Ugolino, futuro papa Gregorio IX.

 

Il santo appare senza aureola e senza stimmate (le riceverà l’anno successivo sul monte della Verna). L’autore del ritratto è un anonimo, che ha affrescato il Poverello nella Cappella di San Gregorio. Vi sono delle scritte , nella parte superiore si legge :“Fr(ater) Fra(n)ciscu(s)”.

Mentre vicino al piede destro si intravede un monaco di piccole dimensioni con tonaca rosso cupo, che è il committente dell’opera.

Il santo regge un cartiglio tra le mani che così recita “Pax huic domui”. La sua fisionomia, pur semplice riesce, ad esprimere una grande forza spirituale a chi lo osserva.

Il suo maggiore biografo Tommaso da Celano descrive San Francesco in questo modo: <<Era uomo facondissimo, di aspetto gioviale, di sguardo buono, mai indolente e mai altezzoso. Di statura piuttosto piccola, testa regolare e rotonda, volto un po’ ovale e proteso, fronte piana e piccola, occhi neri, di misura normale e tutto semplicità, capelli pure oscuri, sopracciglia diritte, naso giusto, sottile e diritto, orecchie dritte ma piccole, tempie piane, lingua mite, bruciante e penetrante, voce robusta, dolce, chiara e sonora, denti uniti, uguali e bianchi, labbra piccole e sottili, barba nera e rara, spalle dritte, mani scarne, dita lunghe, unghie sporgenti, gambe snelle, piedi piccoli, pelle delicata, magro, veste ruvida, sonno brevissimo, mano generosissima. Nella sua incomparabile umiltà si mostrava buono e comprensivo con tutti, adattandosi in modo opportuno e saggio ai costumi di ognuno>>.

Nell’opera  i tratti del viso,  il naso dritto, gli occhi grandi sotto le sopracciglia non foltissime, la bocca delicata dalle labbra sottili,  concordano con la descrizione di Tommaso da Celano.

 

By Sonia Testa

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Bibliografia essenziale:

– -Sacro Speco di San Benedetto – Guida storico-artistica a cura dei Monaci Benedettini di Subiaco

 

Pubblicato da conoscerepertutelare

L’accesa passione per la ricerca, per la storia, per l’andare a fondo su determinati temi e l’amore per la sua città ha influenzato fino ad ora le numerose pubblicazioni della scrittrice Sonia Testa. In effetti, la ricostruzione di cicli pittorici, attraverso solerti e tenaci indagini d’archivio è per la studiosa una vera e propria vocazione. Dalla sua costanza e curiosità sono scaturite notizie importanti e soprattutto inedite, che hanno contribuito a fare luce su questioni irrisolte da anni. Studi che hanno ad esempio contribuito a dare una paternità legittima ad alcune opere erroneamente attribuite ad autori che non potevano materialmente (perché già scomparsi) averle eseguite. Hanno dato datazioni corrette a opere che per anni erano state datate erroneamente. Hanno dato letture corrette ad affreschi che nessuno prima aveva letto accuratamente. Hanno anche contribuito a tracciare biografie di artisti poco noti al pubblico. Per, Sonia Testa, lo studio e la ricerca sono sempre stati due perni importanti nella propria vita e per questo è stata spesso definita da alcuni “topo d’archivio”. Inoltre i suoi studi sono sempre stati corredati dalla divulgazione delle scoperte fatte in un linguaggio semplice, schietto, chiaro, privo di termini obsoleti e desueti. Ma con toni frizzanti e rivolti soprattutto a fare conoscere. Perché uno degli scopi primari di queste pubblicazioni è proprio quello di far scoprire il patrimonio storico artistico di Sermoneta affinché possa essere protetto, valorizzato e tutelato. Lo slogan abbracciato dalla studiosa da diversi anni è proprio questo: conoscere per tutelare!