Benozzo Gozzoli, Madonna in gloria con la città di Sermoneta. Cattedrale di Santa Maria Assunta in cielo, cappella dei SS.Giuseppe e Leonardo. 1457 circa, tavola trasportata su tela nel 1949.
La Vergine, ricoperta da un manto dorato, regge sulle proprie ginocchia una veduta prospettica dell’abitato di Sermoneta. Sul suo capo viene posta da due cherubini una corona di dodici stelle a forma di tiara e intorno al suo nimbo si legge MARIA MATER GRATIE MATER MISERICORDIAE. Ai lati si distinguono cori angelici i cui titoli sono iscritti sui rispettivi nimbi. Spiccano quindi troni, dominazioni, serafini ecc…Gli angeli della parte superiore reggono cartigli con scritto: NOLITE NOCERE TERRE ET MARI NEC ARBORIBUS/E SUPER QUANDO VIDERITIS SIGNUM THAU NON OCCIDITE. Mentre sui cartigli tenuti dagli angeli della parte inferiore si legge: DIC ANGELO PERCUTIENTI CESSUM MANUM TUAM. Il riferimento ai passi dell’Apocalisse e delle Cronache è evidente.
La pala può essere considerata come una sorta di ex voto voluto dalla cittadina di Sermoneta come ringraziamento per lo scampato pericolo della peste del 1456. Secondo alcuni studiosi (Padoa Rizzo 1992) la famiglia Caetani e in particolare Onorato III fece da tramite per la commissione dell’opera al Gozzoli. Il Senato romano donò la cornice cinquecentesca in legno intagliato e dorato. Il probabile modello iconografico a cui si è attenuto l’artista probabilmente è riconosciuto nella Madonna di Loreto, invocata come protrettrice della peste e alla quale si usava donare il modellino della città come ringraziamento.
Il carattere arcaizzante dell’opera con la forma cuspidata si potrebbe spiegare con l’utilizzo di un modello tardogotico che ispirò e vincolò la committenza.
Benozzo fu l’allievo preferito del Beato Angelico e la Pala di San Fortunato, la Madonna della Cintola, realizzata nel 1450 dimostra una pittura decisamente più innovativa rispetto a quella dell’opera sermonetana, rimasta ancorata a quegli elementi ormai superati.
L’attività del pittore si avviava già verso le conquiste rinascimentali affrancandosi nel 1450 dall’Angelico.
Sonia Testa
Bibliografia:
Cavallaro e Stefano Petrocchi, La pittura del Quattrocento nei feudi Caetani, edizione di Storia e Letteratura, Fondazione Camillo Caetani, Roma2013.