Sermoneta set cinematografico

Sermoneta set cinematografico

La storia del cinema nella nostra provincia è legata a doppio filo con quella degli studi di Cinecittà di Roma. Nati nel 1937 come strumento di propaganda del Regime Fascista. Nel primo dopoguerra i nostri luoghi fanno da sfondo al dramma neorealista.

Negli anni Cinquanta si riscontra l’arrivo nell’Urbe di alcuni cineasti americani che girarono le scene dei Colossal che segnarono la storia del cinema.

Negli anni Sessanta – Settanta gli scenari naturali del nostro territorio fecero da ambientazione alle opere più importanti dei grandi registri del Novecento.

In questa breve panoramica la nostra cittadina lepina si va ad inserire perfettamente. Privilegiata rispetto ad altri luoghi per due motivazioni fondamentali: grazie alla sua vicinanza con Roma e quindi agli studi di Cinecittà; ma soprattutto per la sua  connotazione di cittadina medioevale che ne caratterizza fortemente il suo aspetto.

Antichi portali, torri, fortificazioni, bifore, scorci suggestivi, che riportano indietro nel tempo e che diventano sfondi ideali per ambientazioni di film storici.

La storia della produzione cinematografica a Sermoneta inizia nei primissimi anni del Novecento, con la produzione dei primi film muti.

Il regista Ugo Folena, nel 1909, scelse proprio Sermoneta per il suo film drammatico Francesca da Rimini. Interpretato dalla bella attrice Francesca Bertini, primo esempio di diva cinematografica, definita da tutti “la diva delle dive”.

Dall’inizio del 1940 e per tutto il 1950 si riscontra una maggiore produzione sia di film storici che di cappa e spada. Rientrano in questo periodo i film: Marco Visconti; Io AmletoLe avventure dei tre moschettieri; Giovanni dalle bande nere; Il falco rosso; Lo spadaccino misterioso; Il pirata dello sparviero nero; Il cavaliere del castello maledetto.

In questi anni è proprio il cinema delle armi e degli amori che scatena la fantasia e l’interesse sia dei registi che del pubblico.

Temi fondamentali che hanno fortemente ispirato il cinema intessendo trame d’amori contrastati, avventure. Vicende storiche, alcune volte verosimili o totalmente d’invenzione hanno divertito, appassionato, gli avidi spettatori sempre in cerca di un’evasione momentanea dalla quotidianità.

Una serie di generi, quindi, che ebbero vasto successo popolare e che non criticavano l’esistente, ma si limitavano a divertire e rimuovere le preoccupazioni quotidiane degli spettatori.  Storie in cui gli eroi siano mossi sempre da una etica nobile e cavalleresca.

Il tutto raccontato in modo molto rocambolesco, con una forte vena sentimentale. L’impulso verso una più comoda vita urbana fu rafforzato dal boom economico, che dopo il 1958 favorì in tutta Europa un netto miglioramento nella qualità della vita.

Ma anche le innovazioni tecniche diedero al linguaggio filmico un nuovo aspetto e una maggiore libertà espressiva.

La produzione degli anni 1960 sembra molto legata a quella degli anni precedenti privilegiando quindi i  film storici, quelli di cappa e spada, ma, con una particolare attenzione alle avventure legate al mondo dei pirati: La venere dei pirati; Robin Hood e i pirati; Gordon il pirata nero; Totò contro il pirata nero.

Negli anni Sessanta vide la luce un altro capolavoro del cinema italiano: La ciociara, del regista Vittorio De Sica, con l’attrice Sophia Loren.  Il film è un riadattamento cinematografico dell’omonimo libro scritto da Alberto Moravia.

Alcune scene del film drammatico e di guerra vennero girate nella pianura sermonetana in via Dormigliosa, vicino alla stazione ferroviaria. Mentre dall’aeroporto E. Comani si alzarono in volo gli aerei per la scena dell’attacco. L’attore Jean- Paul Belmondo ha interpretato il ruolo del protagonista maschile, Michele. Mentre l’attrice Eleonora Brown ha vestito i panni della figlia Rosetta.

Proprio due anni dopo, nel 1962, alla Loren venne assegnato l’ambito premio Oscar come migliore attrice, per la sua interpretazione nel film La Ciociara.

In questi anni il montaggio divenne un elemento centrale nella creazione dei film. Le riprese con l’utilizzo del teleobiettivo, i movimenti di macchina più elaborati soppiantarono le dense composizioni in profondità che avevano costituito la regola fissa nel dopoguerra.

Nel 1963 un altro film drammatico sentimentale venne girato in parte a Sermoneta con la bellissima Gina Lollobrigida, come attrice protagonista, nelle vesti di Paolina Bonaparte. La Lollobrigida con la sua interpretazione nel film La Venere Imperiale vinse i due maggiori riconoscimenti cinematografici italiani, il David di Donatello e il Nastro d’Argento. Il regista Jean Delannoy venne più volte a Sermoneta per visonare gli scorci migliori per poter registare le scene del suo film.

Nello stesso anno e dalla trama avvincente e avventurosa venne girato il film I Masnadieri di Ruiz con una buona partecipazione di comparse sermonetane.

Nel 1964 anche il mitico Totò venne a Sermoneta per girare alcune scene del film comico Totò contro il pirata nero, del regista Fernando Cerchio.Il De Curtis, alias Totò,  nei panni di Josè si abbandona ai suoi lazzi e ai suoi giochi di parole, fino a toccare punte surrealistiche.

Nel 1967 Sermoneta è stata set cinematografico per le scene del film dal titolo La cintura di castità, diretto dal regista Pasquale Festa Campanile. Alcune scene sono state girate proprio davanti la Chiesa di san Michele Arcangelo. Altre invece sono state girate a Monticchio, davanti la torre. Un film che rientra nel genere della commedia. Ad interpretare la protagonista Boccadoro vi è la splendida Monica Vitti. Mentre nei panni di Guerrando vi è l’attore Tony Curtis.

Nel 1968 la coppia comica del cinema italiano venne a Sermoneta per le riprese del film commedia Don Chisciotte e Sancio Panza. Ad interpretare il cavaliere errante troviamo Ciccio Ingrassia mentre nelle vesti del fedele scudiero il simpatico Franco Franchi.

Nel 19701980 si registra una maggiore produzione di film comici e commedie: Jus primae noctis, del regista Pasquale Festa Campanile, prodotto nel 1972; Il figlioccio del padrino, di Mario Imperoli, realizzato  nel 1973; Non ci resta che piangere, di Massimo Troisi e Roberto Benigni, del 1984; Dagobert, di Dino Risi, del 1984. Ma anche una serie di film caratterizzati da una certa vena erotica: Cristiana monaca indemoniata, di Sergio Bergonzelli, del 1973, film girato all’Abbazia di Valvisciolo; Blue Jeans, di Mario Imperoli, del 1975.  Dell’ultimo ventennio degli anni Ottanta non possiamo non citare la produzione del film sentimentale Tomorrow, realizzato nel 1985, dal regista Marcello Fondato.

Nel 1984 Sermoneta è stata set di alcune scene del film commedia Non ci resta che piangere che vede come protagonisti e registi Massimo Troisi e Roberto Benigni. I due attori vestono rispettivamente i panni del bidello Mario e dell’insegnante Saverio che vengono catapultati nell’anno “Mille e quattrocento, quasi Mille e cinque “.

Alcune scene del film sono state girate nel Castello Caetani, nella Loggia dei Mercanti. Molti gli aneddoti sui due travolgenti attori che ancora oggi i sermonetani amano ricordare.

Nello stesso anno Sermoneta è stata nuovamente protagonista di un importante film Dagobert, diretto dal regista Dino Risi con Coluche, Michel Serrault e Ugo Tognazzi.

Con la partecipazione della giovane Isabella Ferrari che interpreta il ruolo di Chrodilde.

Negli anni Novanta, Sermoneta, ha fatto da scenografia al film commedia – romantico Roseanna’s Grave, del regista Paul Weiland.

Il nuovo secolo ha portato Sermoneta nuovamente al centro di produzioni cinematografiche importanti e internazionali dandole l’appellativo di “Hollywood dei Lepini”.

Agli inizi del 2000 sono stati girati film come: L’ombra del gigante, di Roberto Petrocchi; I cavalieri che fecero l’impresa, nel 2001, di Pupi Avati con Raoul Bova.

Mentre nel 2005 è stato girato il film drammatico La passione di Giosuè l’ebreo del regista Pasquale Scimeca.

Ancora il film l’amico di famiglia, nel 2006, di Paolo Sorrentino. Fino ad arrivare al film romantico – drammatico, che ha praticamente catapultato la Sermoneta contemporanea nell’Ottocento francese. Nel 2006, per oltre un mese la produzione del film Seta, del regista Francois Girard, ha lavorato in diverse zone della cittadina lepina. Hanno fatto da scenografia per le riprese: il Belvedere, il palazzo comunale, palazzo Caetani, la chiesa di San Giuseppe, la piazza del popolo.

La produzione inoltre ha utilizzato numerose comparse locali. E proprio l’utilizzo di comparse del luogo ha fornito da sempre una risorsa occupazionale positiva per la popolazione, soprattutto negli anni del dopoguerra e nei periodi di crisi economica più profonda. Anche se sono molti i sermonetani che hanno fatto da comparsa a film di cui spesso ignoravano totalmente la trama oppure il genere.  Quando poi questo usciva al cinema, spesso rimanevano sbalorditi e imbarazzati nello scoprire di aver fatto da comparsa in un film con una certa vena erotica, soprattutto le donne!

Va comunque evidenziato l’importante legame di Sermoneta con il mondo del cinema, legame che va rafforzandosi sempre di più.

Dal 2009 continuano ad esserci film internazionali girati a Sermoneta come: Five Hours South. Primo lungometraggio del regista italo-americano Mark Bacci, già autore di sceneggiature di grande successo per il cinema americano. Tra gli attori protagonisti: Elle Mcpherson, Jordan Bridges, Brooklyn Sudano, Kate Nauta.

Ancora nello stesso anno è stato girato il film Christine, diretto da Stefania Sandrelli e la cui protagonista è la figlia Amanda Sandrelli.

Il film narra la storia di Christine de Pizan, scrittrice e poetessa francese di origini italiane vissuta a cavallo tra il Trecento e il Quattrocento.

Nel 2012 Sermoneta diventa set per la ferie televisiva  i Borgia e anche in questa occasione molti sono i sermonetani che hanno fatto da comparse.

Il cortometraggio The Race è stato girato nel 2015 per la regia di Jake Scott, con l’attore inglese Jude Law.

Ancora nello stesso anno un altro cortometraggio, The Italian Miracle, del regista Francesco Gabriele, che ha riscosso molto successo di critica. Girato nel borgo di Sermoneta e nell’abbazia di Valvisciolo.

Per arrivare ad uno degli ultimi film The Tale of Tales (il racconto dei racconti), vincitore di sette David di Donatello e candidato per la palma d’oro a Cannes. La regia è di Matteo Garrone mentre gli attori protagonisti sono: Salma Hayek, Vincent Cassel. Il film è l’adattamento cinematografico della raccolta di fiabe Lo cunto de li cunti di Gianbattista Basile, pubblicata postuma tra il 1634 ed il 1636.

Ancora nel 2016 è stato registrato il film Amor Sacro del regista emergente Marco Zarelli. Nel cast: Marina Massironi, Antonio Catania, Antonello Fassari.

Non solo film ma anche spot pubblicitari  importanti hanno visto protagonista Sermoneta come set.

Uno degli ultimi è infatti lo spot sull’uso consapevole degli antibiotici “il supervampiro” con Ricky Tognazzi.

Mentre a luglio 2017 è stato girato lo spot per la pubblicità della compagnia telefonica russa con Jean Claude Van Damme. Così per l’occasione la piazza del  Belvedere è diventata una tipica piazza di un paesino italiano nella quale è in corso la celebrazione di un matrimonio.

A cura di Sonia Testa, per la Mostra “Sermoneta Set cinematografico” II edizone organizzata dell’Archeoclub di Sermoneta nel 2017.

E’ vietato l’utilizzo anche parziale dei testi e delle immagini senza l’autorizzazione dell’autore e dell’Archeoclub di Sermoneta

 

Pubblicato da conoscerepertutelare

L’accesa passione per la ricerca, per la storia, per l’andare a fondo su determinati temi e l’amore per la sua città ha influenzato fino ad ora le numerose pubblicazioni della scrittrice Sonia Testa. In effetti, la ricostruzione di cicli pittorici, attraverso solerti e tenaci indagini d’archivio è per la studiosa una vera e propria vocazione. Dalla sua costanza e curiosità sono scaturite notizie importanti e soprattutto inedite, che hanno contribuito a fare luce su questioni irrisolte da anni. Studi che hanno ad esempio contribuito a dare una paternità legittima ad alcune opere erroneamente attribuite ad autori che non potevano materialmente (perché già scomparsi) averle eseguite. Hanno dato datazioni corrette a opere che per anni erano state datate erroneamente. Hanno dato letture corrette ad affreschi che nessuno prima aveva letto accuratamente. Hanno anche contribuito a tracciare biografie di artisti poco noti al pubblico. Per, Sonia Testa, lo studio e la ricerca sono sempre stati due perni importanti nella propria vita e per questo è stata spesso definita da alcuni “topo d’archivio”. Inoltre i suoi studi sono sempre stati corredati dalla divulgazione delle scoperte fatte in un linguaggio semplice, schietto, chiaro, privo di termini obsoleti e desueti. Ma con toni frizzanti e rivolti soprattutto a fare conoscere. Perché uno degli scopi primari di queste pubblicazioni è proprio quello di far scoprire il patrimonio storico artistico di Sermoneta affinché possa essere protetto, valorizzato e tutelato. Lo slogan abbracciato dalla studiosa da diversi anni è proprio questo: conoscere per tutelare!

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