L’Immacolata a penna di Giarrè iscrizione a tergo dell’opera come prova documentata della donazione di Pio IX

L’Immacolata a penna di Giarrè iscrizione a tergo dell’opera come prova documentata della donazione di Pio IX

Giarr_ImmacolataSpulciando nella documentazione raccolta nei diversi anni del mio lavoro ho ritrovato casualmente nei miei carteggi la documentazione inerente la splendida opera eseguita a penna da Raimondo Giarrè. Avevo infatti già anzitempo preso nota di una iscrizione che si trova a tergo della stessa e che attualmente non è possibile più leggere  in quanto la cornice è stata restaurata e quindi il retro è stato chiuso.

L’iscrizione è importante perchè oltre a confermarne la paternità al Giarrè e la datazione ci fornisce anche la donazione a Pio IX.

Infatti vi è scritto:

ALLA SANTITA’ DI NOSTRO SIGNORE

PAPA PIO IX

VICARIO DI GESU’ CRISTO

IL MAESTRO CALLIGRAFO

RAIMONDO GIARRE’

DI FIRENZE

QUESTA IMMAGINE DI MARIA SS. DELLA CONCEZIONE

DA LUI INVENTATA ED ESEGUITA A PENNA

OFFRE

IN SEGNO DI DEVOZIONE E FILIALE AFFETTO

1857

Da alcuni scritti sappiamo inoltre che Pio IX donò l’opera all’abbazia di Valvisciolo insieme ai quadri, ai paramenti sacri, agli attrezzi da cucina e suppellettili vari. Quindi, si legge che “oltre al ritratto di Pio IX con stupendo ricamo detto ricamo in forbici. Nella cappella privata vi è una bellissima immagine dell’Immacolata, eseguita a penna; essa misura (…)”.

Il disegno a penna è oggi conservato all’interno del Museo White e fa parte del Fondo Storico dell’Abbazia di Valvisciolo.

L’opera è stata  già largamente descritta e spiegata nell’articolo precedente, a cui si rimanda cliccando sul link seguente:

https://conoscerepertutelare.altervista.org/raimondo-giarre-limmacolata-concezione-disegno-a-penna-1857/

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Pubblicato da conoscerepertutelare

L’accesa passione per la ricerca, per la storia, per l’andare a fondo su determinati temi e l’amore per la sua città ha influenzato fino ad ora le numerose pubblicazioni della scrittrice Sonia Testa. In effetti, la ricostruzione di cicli pittorici, attraverso solerti e tenaci indagini d’archivio è per la studiosa una vera e propria vocazione. Dalla sua costanza e curiosità sono scaturite notizie importanti e soprattutto inedite, che hanno contribuito a fare luce su questioni irrisolte da anni. Studi che hanno ad esempio contribuito a dare una paternità legittima ad alcune opere erroneamente attribuite ad autori che non potevano materialmente (perché già scomparsi) averle eseguite. Hanno dato datazioni corrette a opere che per anni erano state datate erroneamente. Hanno dato letture corrette ad affreschi che nessuno prima aveva letto accuratamente. Hanno anche contribuito a tracciare biografie di artisti poco noti al pubblico. Per, Sonia Testa, lo studio e la ricerca sono sempre stati due perni importanti nella propria vita e per questo è stata spesso definita da alcuni “topo d’archivio”. Inoltre i suoi studi sono sempre stati corredati dalla divulgazione delle scoperte fatte in un linguaggio semplice, schietto, chiaro, privo di termini obsoleti e desueti. Ma con toni frizzanti e rivolti soprattutto a fare conoscere. Perché uno degli scopi primari di queste pubblicazioni è proprio quello di far scoprire il patrimonio storico artistico di Sermoneta affinché possa essere protetto, valorizzato e tutelato. Lo slogan abbracciato dalla studiosa da diversi anni è proprio questo: conoscere per tutelare!