Lettura dell’affresco appena scoperto nell’ex refettorio dell’Abbazia di Valvisciolo

Lettura dell’affresco appena scoperto nell’ex refettorio dell’Abbazia di Valvisciolo.

In questi giorni tante sono state le testate giornalistiche che hanno riportato la sensazionale scoperta fatta dagli esperti Padre Paolo Alberico Giammaria e Sonia Testa che non potevano credere ai loro occhi quando sono emerse piccole tracce di pittura e  risultando queste sempre più chiaramente le tracce di un interessante ed inaspettato affresco.

Per quanto riguarda il tema raffigurato è indubbiamente quello che già lo storico dell’arte e Presidente dell’Archeoclub di Sermoneta, Sonia Testa, aveva da subito intuito.



Una raffigurazione a grandezza naturale della “Cena ad Emmaus”. E’ infatti un tema che spesso sostituisce quello dell’Ultima Cena soprattutto nei refettori conventuali. Solitamente caratterizzata da tre figure: i due viandanti e Gesù che spezza il pane, fulcro della scena essendo il gesto in cui il Cristo si manifesta ai suoi commensali.

La storia è tratta da un passo del Vangelo di Luca ( Lc 24, 13-35) che racconta un fatto accaduto dopo la morte in croce di Cristo. Nello stesso primo giorno della settimana, due viandanti sulla strada per Emmaus, un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme,  conversavano di tutto quello che era accaduto in quei giorni con Gesù che camminava con loro ma senza essere però riconosciuto. Uno dei due, di nome Clèopa, gli disse: «Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Solo quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Così si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero.

Il calice cristallino con in evidenza il liquido rosso al suo interno accentua il carattere eucaristico del soggetto raffigurato. Il colore rosso indica simbolicamente il sangue sacrificale del Salvatore, versato per gli uomini. Accanto, sul tavolo, si vede anche il piatto.

L’opera è di una fattura molto bella eseguita con tecnica mista visto che alcune parti sono state fatte con la tecnica dell’affresco e altre sono dipinte.

Vi è presente anche un pentimento riconoscibile sul lato sinistro del Cristo dove era stata inizialmente realizzata una figura femminile sullo sfondo che raffigurava l’inserviente che serviva a tavola. Poi però questa figura è stata inglobata all’interno della parte superiore della testa del secondo viandante. Celata tra i suoi capelli. Ma ad uno sguardo attento è possibile scorgerla ancora.

L’affresco è ancora in fase di studio e soprattutto ha bisogno di un sano restauro che ci auguriamo possa avvenire al più presto.

 

Pubblicato da conoscerepertutelare

L’accesa passione per la ricerca, per la storia, per l’andare a fondo su determinati temi e l’amore per la sua città ha influenzato fino ad ora le numerose pubblicazioni della scrittrice Sonia Testa. In effetti, la ricostruzione di cicli pittorici, attraverso solerti e tenaci indagini d’archivio è per la studiosa una vera e propria vocazione. Dalla sua costanza e curiosità sono scaturite notizie importanti e soprattutto inedite, che hanno contribuito a fare luce su questioni irrisolte da anni. Studi che hanno ad esempio contribuito a dare una paternità legittima ad alcune opere erroneamente attribuite ad autori che non potevano materialmente (perché già scomparsi) averle eseguite. Hanno dato datazioni corrette a opere che per anni erano state datate erroneamente. Hanno dato letture corrette ad affreschi che nessuno prima aveva letto accuratamente. Hanno anche contribuito a tracciare biografie di artisti poco noti al pubblico. Per, Sonia Testa, lo studio e la ricerca sono sempre stati due perni importanti nella propria vita e per questo è stata spesso definita da alcuni “topo d’archivio”. Inoltre i suoi studi sono sempre stati corredati dalla divulgazione delle scoperte fatte in un linguaggio semplice, schietto, chiaro, privo di termini obsoleti e desueti. Ma con toni frizzanti e rivolti soprattutto a fare conoscere. Perché uno degli scopi primari di queste pubblicazioni è proprio quello di far scoprire il patrimonio storico artistico di Sermoneta affinché possa essere protetto, valorizzato e tutelato. Lo slogan abbracciato dalla studiosa da diversi anni è proprio questo: conoscere per tutelare!