La poco conosciuta Chiesa dedicata alla Madonna del Fossato è stata edificata nel 1685 in mezzo a delle vigne, nell’antica contrada de’ Canneti, presso il fosso dove scorre il torrente della Badia, a spese di Filippo IV Caetani, della comunità e con il contributo delle popolazioni vicine ( oltre a Sermoneta parteciparono anche Velletri, Sezze, Cisterna, Carpineto).
La facciata seicentesca è molto semplice ed elegante. Adornata da stucchi sobri. Termina in alto con un frontone a forma triangolare, con cornice modanata, posta a coronamento della facciata stessa. Quest’ultima presenta una apertura rettangolare al centro, dove filtra la luce all’interno, al di sotto della finestra vi è una edicola in marmo con la storia della costruzione della chiesa e l’anno in cui è stata edificata. Vi è anche lo stemma della famiglia Caetani in rilievo in marmo. Ai lati dell’unico portone partono le due lesene lisce, molto larghe. La parte laterale della struttura è realizzata in pietra locale posta “a vista”. All’interno dell’edicola è possibile inoltre leggere come dopo una terribile alluvione l’effige della Madonna Lauretana è rimasta indenne.
La chiesa ha inglobato al suo interno una edicola cinquecentesca molto venerata raffigurante la Madonna Lauretana. L’opera, secondo il Pantanelli, è stata commissionata da don Cesare Pasquali nel 1565 al pittore Girolamo Siciolante. Anche se successivamente il critico d’arte F. Zeri lo ha riferito ad un seguace locale del Siciolante.
L’affresco, raffigura Maria con Bambino seduta sulla Santa Casa di Loreto, tiene in mano una melagrana, con la buccia di colore rosso, che racchiude al suo interno numerosi chicchi. Questo frutto nella sua unità e molteplicità simboleggia la Chiesa, la dimensione comunitaria, l’unione di tutti i fedeli in un unico credo. Inoltre, dal residuo del calice fiorale, che permane nel frutto, è possibile scorgere la forma di una corona, simbolo in questo caso di santità. Il colore rosso acceso, invece, viene spesso ricollegato alla Passione del Cristo, infatti, nell’affresco il frutto viene toccato proprio da Gesù Bambino.
Non vi è traccia invece dei santi vescovi di cui parla il Pantanelli, probabilmente non sono giunti integri ai nostri tempi. L’edicola con la raffigurazione della Madonna Lauretana è poi stata adornata da stucchi e colonne, e davanti è stato posto l’altare.
Le cappelle all’interno della chiesa, che è a navata unica, sono molto semplici e per di più spoglie. Quella sul lato del corno dell’Epistola è dedicata all’arcangelo san Michele e fu eretta da Fausto Galli. Le fonti ci dicono che sia tutta dipinta ma allo stato attuale non è possibile scorgere queste pitture. L’altra nel corno del Vangelo è dedicata a sant’Antonio da Padova, anche questa secondo le fonti settecentesche era tutta dipinta, ma anche qui non è possibile scorgere nulla. Vi è la sacrestia con copertura a volta e al di sopra vi era l’abitazione adibita all’eremita. Nel 1751 è stata realizzata la scala sopra la porticina e la stalla, a spese del canonico Onorato Pantaneli, zio del più famoso Pietro Pantanelli.
By Sonia Testa
Per approfondimenti:
Pietro Pantanelli, Notizie istoriche della terra di Sermoneta, Bardi editore, Roma 1992
Sonia Testa, Sermoneta devota, confraternite e devozione popolare, Roma 2015